“Il mondo non s’accorge di quanto si compie di grande in quest’umile casetta. Invece gli Angeli custodi, sotto gli auspici dei quali si fonda la casa, e che presiedono a quanto stiamo compiendo, vedono in voi le pietre fondamentali su cui s’innalzerà l’edificio di una istituzione, che dovrà portare alla terra una benedizione immensa”.
Queste significative parole pronunciate da Padre Carlo Salerio la sera del 2 ottobre 1859 e rivolte a Maria Carolina Orsenigo e ad altre tre giovani, oltre a segnare l’inizio dell’Istituto della Suore della Riparazione ne rivelano al contempo il carattere profetico: siamo un “granello di senapa” seminato in quattro continenti.
L’Istituto infatti, quasi contemporaneamente alla sua espansione in Italia, si diffonde già dal 1895 in Myanmar; quindi in Brasile, Filippine, Papua Nuova Guinea e Australia.
Ma, chi sono Padre Carlo Salerio e Madre Maria Carolina Orsenigo?
Carlo Salerio nasce a Milano il 22 marzo 1827 in una famiglia di solida formazione religiosa. Rispondendo alla chiamata di Dio entra in seminario. Dopo la partecipazione nel 1848 alle Cinque Giornate di Milano e alla Prima Guerra d’Indipendenza nell’assedio di Mantova, riprende gli studi di teologia e riceve l’ordinazione sacerdotale nel 1850. Chiede di essere ammesso nel nuovo Istituto Pontificio delle Missioni Estere (PIME), fondato recentemente a Milano.
Nel marzo del 1852 riceve il Crocifisso con il mandato missionario e parte insieme ad altri compagni, fra i quali il futuro martire e beato Giovanni Mazzucconi. Destinazione l’Oceania, l’isola di Woodlark abitata da isolani dai costumi corrotti e refrattari all’evangelizzazione. Qui il Salerio vive una bruciante esperienza di fallimento apostolico e dopo tre anni è costretto a far ritorno in patria. All’arrivo nessuno lo riconosce per la sua spaventosa magrezza. In Diocesi viene annoverato tra i “quiescenti”, ma non rinuncia all’insegnamento della lingua inglese ai nuovi aspiranti missionari, alla predicazione e direzione di anime, all’attività giornalistica del suo Istituto.
La sua breve e dolorosa esperienza missionaria lo ha persuaso della necessità di portare Dio, il Vangelo che salva l’uomo, là dove l’ignoranza, il vizio, la miseria lo hanno soffocato. Questo valeva fra le popolazioni dell’isola di Woodlark e questo vale nella sua Milano, dove sogna di fondare una famiglia religiosa femminile dedita all’adorazione riparatrice, donne che pregano per “far vivere e regnare Gesù nelle anime dei peccatori”.
A 43 anni, il 29 settembre 1870, termina la sua vita terrena lasciando una ricca eredità spirituale.
Il 13 Maggio 2019 Papa Francesco lo dichiara Venerabile.
Maria Carolina Orsenigo nasce il 15 novembre 1822, nella parrocchia di San Marco a Milano. All’età di nove anni è già catechista; compiuti i 18, mentre sta per varcare la soglia della clausura, viene fermata dalle profetiche parole del suo direttore spirituale: “Fermati! Il Signore ti destina ad un’opera di grande Sua gloria!… Per ora resta nel mondo, questa è la volontà di Dio”. Ella obbedisce e per altri 18 anni, coadiuvata da alcune sue compagne, si offre nell’accoglienza ed istruzione degli spazzacamini, delle lavandaie e delle operaie della fabbrica di tabacchi, sempre attendendo la manifestazione della Volontà di Dio.
Le giovani che vivono in situazione di fragilità umana e morale sono l’interesse della sua vita; le cerca dappertutto per riscattarle e ridare loro dignità, perfino nell’ospedale delle donne traviate e nelle carceri.
Dopo l’incontro con il Salerio diventa la responsabile della nuova Famiglia religiosa fino all’8 luglio 1881quando, a 58 anni, muore consumata dall’amore e dalle fatiche di un apostolato fecondo di sofferenze e di opere sante.
Il Salerio e la Orsenigo per vie provvidenziali si conoscono e si incontrano; guidati dallo Spirito si riconoscono nel comune ideale di spiritualità e carità. Nasce così nella Chiesa un nuovo carisma, quello della “riparazione”, inteso come adorazione a Gesù Eucaristico ed impegno per la salvezza dei fratelli: è il 2 ottobre 1859, festa dei Santi Angeli Custodi.
L’Istituto muove i primi passi accogliendo nella prima Casa di Nazareth alcune ragazze in situazione di abbandono e di grave disagio sociale e morale o consegnate dalle Autorità Giudiziarie. L’obiettivo è duplice: il recupero della dignità umana e cristiana in Cristo Redentore.
Ben presto la famiglia religiosa si arricchisce della presenza preziosa di Anna Maria Marovich, di origine dalmata, stimata ed ammirata da uomini illustri per la bellezza della sua vita virtuosa, la profondità letteraria ed il suo genio artistico. Il Salerio confida di aver appreso la spiritualità riparatrice fin dal seminario, leggendo le opere della Marovich.
E’ fondatrice a Venezia di un’opera di redenzione sociale, analoga a quella di Milano ed incontrandosi col Salerio decide di fondere la sua Casa con questa. Nel 1867 Madre Anna Maria con il gruppo delle sue consorelle veneziane, abbraccia la regola delle Suore della Riparazione rinunciando generosamente a quella da lei scritta.
Muore santamente a Venezia il 3 ottobre 1887 e nel dicembre 2007 la Chiesa la proclama “venerabile”.