In fedeltà alla dimensione missionaria dell’Istituto, il XXIV Capitolo Generale del 2003 decise di rispondere positivamente al desiderio di una nuova apertura missionaria. Tale desiderio trovò conferma nell’invito del Vescovo di Alotau Francesco Panfilo.
Così il 6 marzo 2005 due Sorelle: Madre Teresina Martinelli e Madre Valentina Pozzi partirono per le isole Trobriands, destinazione Gusaweta; qualche mese dopo le avrebbero raggiunte altre due Sorelle dal Myanmar: Madre Natalina Madre Francesca Ei Chu.
Prima di partire le Sorelle italiane parteciparono ad un Corso organizzato dal CUM (Centro Unitario per la cooperazione Missionaria fra le chiese) che aveva come obiettivo la spiritualità dell’evangelizzazione e la conoscenza delle ricchezze e criticità del luogo di missione specifico.
All’arrivo si stabilirono in una casetta, di fattura italiana, predisposta allo scopo ed iniziarono la loro attività missionaria aperta a quanto la situazione richiedesse.
La vita e l’attività è deducibile dalle prime lettere inviate alla Superiora Generale: «Stiamo bene. Il Signore ci dona di affrontare ogni giorno con serenità e coraggio e ci concede di sperimentare e di approfondire quello che ci immaginiamo sia stata l’esperienza del nostro Padre Fondatore Carlo Salerio… Abbiamo fatto la scelta di partire “leggère” e di provare a fare a meno di ciò che generalmente si ritiene necessario. La casa è sobria e l’essenziale non ci manca. L’accoglienza da parte del Vescovo è stata calda e anche con i Padri delPIME, che risiedono in Parrocchia, abbiamo avuto modo di scambiare molte idee. Cerchiamo di capire l’ambiente e le priorità. I ragazzi e le ragazze sono bisognosi di tutto, soprattutto di formazione e di prospettive per il futuro e noi cercheremo di dare quelle risposte che siamo in grado di dare».
«…Saranno gli Angeli, saranno i Santi, non lo sappiamo, ma nessuna di noi si è mai sentita sola od impaurita. Se solo aprissimo la porta ci sarebbe subito qualcuno pronto ad entrare e a raccontarci qualche storia, perché qui anche di notte la gente si muove… chi racconta, chi canta, chi balla, chi va a pesca… Noi il più delle volte dormiamo; qualche volta ci alziamo a contemplare le stelle e la luna, strette a Chi ci ha portato qui. Non temete!». (da: In Cordata, n. 81 – luglio 2005).
L’attività è varia: visita ai villaggi, dove le Sorelle prestano qualche cura e dove cercano di capire chi è battezzato o cresimato, chi è sposato… A volte scoprono qualche anziano infermo nascosto nella capanna allora, se cristiano, portano il conforto dell’Eucaristia.
Cercano di capire chi sono i catechisti, gli insegnanti di religione, i leader… L’obiettivo è anche quello di occuparsi delle giovani per inserirsi nel loro mondo con qualche elemento di novità capace di sradicare le proprie credenze piuttosto arcaiche.
Madre Valentina, che si era specializzata sul grave problema dell’abuso sui minori, ha contribuito attivamente alla stesura del Manuale di Counselling per la Papua Nuova Guinea; e Madre Natalina, specializzata nella prevenzione e cura dell’AIDS e dell’HIV teneva incontri formativi di prevenzione e cura.
Col passare degli anni altre Sorelle si sono avvicendate: Madre Teresina e Madre Valentina sono rientrate in Italia, mentre dal Myanmar Madre Lucia Mutu con Madre Margaret Saung e Madre Angela Mu sono subentrate a Madre Francesca e Madre Natalina. Dall’Italia le ha raggiunte nel 2008 Madre Gertrude Di Nardo, costretta a rientrare dopo soli due anni per un male incurabile.
Ad oggi le Sorelle sono ben inserite, accolte e stimate dalla popolazione dell’isola. Il loro servizio si è andato concretizzando e specificando in ciò che è il nostro carisma ed in ciò che l’urgenza del luogo richiede.
Benediciamo il Signore che ci assiste ed accompagna in questa missione di frontiera!